Un euro solo un euro
La domenica mattina la tradizione sta diventando il mercato di Porta Portese. Quell'accozzaglia di stili, culture, oggetti, ricordi che si riversa per le strade del quartiere, attirando gli sguardi curiosi di turisti e passanti. Occhi sgranati verso ogni bancarella, passo lento e cadenzato, buste di plastica e la colonna sonora delle voci dei venditori. Ve li stiamo regalando, un euro solo un euro, roba bella ce n'è. Il capo è uscito pazzo, tutto cinquanta centesimi, quante belle cose.
Parole lanciate con accenti improbabili che raccontano di terre lontane, volti cordiali di romani e pakistani, commenti volanti e teste che si voltano di qua e di la come in una partita di tennis.
Tra le bancarelle si possono scorgere personaggi inimitabili, caratteristici. Perchè qui come non mai è importante colpire l'attenzione, creare curiosità per vendere la propria merce battendo la concorrenza. Un simpatico signore con un microfono legato al collo svolge la sua televendita continua, con tanto di dimostrazione pratica, affilando incessantemente forbici e coltelli. Gruppi di uomini spaesati si soffermano di fronte a un espositore di trapani a percussione. Il passato incontra il futuro al banco cinese, calamai e lampadine al neon.
Alle quattordici tutti via, e la città ripiomba nel silenzio di una pigra domenica pomeriggio.
Parole lanciate con accenti improbabili che raccontano di terre lontane, volti cordiali di romani e pakistani, commenti volanti e teste che si voltano di qua e di la come in una partita di tennis.
Tra le bancarelle si possono scorgere personaggi inimitabili, caratteristici. Perchè qui come non mai è importante colpire l'attenzione, creare curiosità per vendere la propria merce battendo la concorrenza. Un simpatico signore con un microfono legato al collo svolge la sua televendita continua, con tanto di dimostrazione pratica, affilando incessantemente forbici e coltelli. Gruppi di uomini spaesati si soffermano di fronte a un espositore di trapani a percussione. Il passato incontra il futuro al banco cinese, calamai e lampadine al neon.
Alle quattordici tutti via, e la città ripiomba nel silenzio di una pigra domenica pomeriggio.