Ovemai
E’ sufficiente continuare a costruire, a sognare. Dimenticare le parole lontano, impossibile, un giorno, non posso, non è la cosa giusta, perchè io, quando mai. Non avere paura delle scelte, dei bivi, dei cambi di direzione. Giusto o sbagliato che sia ogni passo che facciamo è un passo in avanti, un rompere quella stabilità che ci lascia con l’amaro in bocca, con la voglia di provare una sensazione. Il che non significa saltellare da una parte all’altra senza ragione: il più delle volte è più difficile seguire una strada già tracciata che imboccarne una nuova.
Certo, credo a quello che dico. Profondamente, aldilà del luogo comune, della frase fatta, del già sentito, dello scontato. E provo a condividere questa filosofia con chi mi sta accanto, con le persone che incontro, con chi si lamenta senza rendersi conto di avere piena libertà, capacità di azione e decisione.
Ma posso avere anch’io un attimo di sconforto. Posso disinnamorarmi della vita, delle possibilità. Posso essere estremamente cinico, pragmatico, attenendomi a quello che vedo, a numeri che parlano da soli. Posso creare una consuetudine che non mi dia più modo di capire le cose. Posso dimenticare le esperienze, i libri, gli sguardi, le emozioni e vivere tranquillo. E in quel momento non voglio che qualcuno mi rinfacci i discorsi che ho fatto, i propositi di speranza, i sogni.
Ma voglio che un altro mi parli delle sue ambizioni, di come sta inseguendo un obiettivo irraggiungibile, di cosa sente quando capisce quanto è lunga la strada. E voglio riuscire a dargli ragione.