Il lento divagare
Sembra che attorno tutto stia rallentando, che ci sia la necessità impellente di frenare, fino quasi a fermarsi. Niente più vita frenetica, fast food, flash news. Ritorno alla quiete, alla calma.
Sarà solo un'impressione, o il natale che si avvicina e rende le persone pazienti e disponibili, o la neve che nasconde la fretta e blocca i camion alle frontiere.
Ma negli ultimi giorni mi sono ritrovato a viaggiare a velocità dimezzata. Ho cucinato con calma senza la smania dell'apporto energetico, soffermandomi a guardare la superficie dell'acqua nella pentola che trema prima di bollire. Sono stato a teatro e lo spettacolo mi è sembrato così lento, scandito, quasi che il pubblico avesse bisogno dello spelling per capire bene le parole, per avere il tempo di pensare a quello che stava succedendo. E ho visto la mostra di un genio della video-art che gira video a trecento fotogrammi al secondo invece dei classici ventiquattro, per poter dilatare la visione e il tempo, sfumando un'espressione del volto in lunghe sequenze di interminabili micromovimenti.
E poi piove, vedo un lampo di luce che illumina la finestra e poi conto i secondi. Uno, due, tre, trecentoquaranta metri di distanza per ogni secondo che passa. E nessun tuono arriva mai prima del tre.
Quasi che anche il fulmine voglia rallentare, prendere un bel respiro prima di farsi sentire. Senza fretta, facendo le cose con la giusta cura, dando la giusta importanza ad ogni frazione di tempo.
Sarà solo un'impressione, o il natale che si avvicina e rende le persone pazienti e disponibili, o la neve che nasconde la fretta e blocca i camion alle frontiere.
Ma negli ultimi giorni mi sono ritrovato a viaggiare a velocità dimezzata. Ho cucinato con calma senza la smania dell'apporto energetico, soffermandomi a guardare la superficie dell'acqua nella pentola che trema prima di bollire. Sono stato a teatro e lo spettacolo mi è sembrato così lento, scandito, quasi che il pubblico avesse bisogno dello spelling per capire bene le parole, per avere il tempo di pensare a quello che stava succedendo. E ho visto la mostra di un genio della video-art che gira video a trecento fotogrammi al secondo invece dei classici ventiquattro, per poter dilatare la visione e il tempo, sfumando un'espressione del volto in lunghe sequenze di interminabili micromovimenti.
E poi piove, vedo un lampo di luce che illumina la finestra e poi conto i secondi. Uno, due, tre, trecentoquaranta metri di distanza per ogni secondo che passa. E nessun tuono arriva mai prima del tre.
Quasi che anche il fulmine voglia rallentare, prendere un bel respiro prima di farsi sentire. Senza fretta, facendo le cose con la giusta cura, dando la giusta importanza ad ogni frazione di tempo.
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