Ossi di seppia
Un bel mattino sono uscito di casa e mi sono diretto verso quel simbolo di quartiere che è il ponte di ferro sul Tevere. Ho imboccato lo stretto sentiero che porta alla riva, e ho incontrato un uomo che dormiva per terra: disorientato, stanco, mi si avvicina chiedendomi di comprargli una bottiglia d'aranciata. Io, più barbone di lui, non avevo in tasca neanche cinquanta centesimi; ma l'arzillo viandante ha aperto il sacchetto delle monetine e mi ha indicato la strada per il discount.
Al mio ritorno due persone dei servizi sociali gli stavano accanto, proponendogli di portarlo in un centro d'accoglienza, dove avrebbe potuto fare una doccia e avere un pranzo come si deve. Il barbone, con mia grande sorpresa, ha rifiutato, sdraiandosi irremovibile dalle sue posizioni.
Con questo cosa voglio dire: che ho scoperto dove si trova il discount. E che ci sono persone, pagate dal comune, che si occupano di monitorare la zona, aiutare i disagiati, evitare che siano abbandonate a loro stesse. Mi spiegano che con il nuovo sindaco molto è cambiato: sono stati abbattuti i campi abusivi, centinaia di persone sfollate, alcune trasferite nei centri permanenti, altre non si sa bene dove.
Non si può ancora capire se il problema è stato affrontato nel modo corretto, se c'è la possibilità di risolverlo. L'unica cosa che ora interessa e che non ci siano persone sulla strada. Che l'immagine della città sia di ordine e pulizia. Anche li, sotto il ponte di ferro, dove si accumulano gli scheletri delle baracche abbattute.
Al mio ritorno due persone dei servizi sociali gli stavano accanto, proponendogli di portarlo in un centro d'accoglienza, dove avrebbe potuto fare una doccia e avere un pranzo come si deve. Il barbone, con mia grande sorpresa, ha rifiutato, sdraiandosi irremovibile dalle sue posizioni.
Con questo cosa voglio dire: che ho scoperto dove si trova il discount. E che ci sono persone, pagate dal comune, che si occupano di monitorare la zona, aiutare i disagiati, evitare che siano abbandonate a loro stesse. Mi spiegano che con il nuovo sindaco molto è cambiato: sono stati abbattuti i campi abusivi, centinaia di persone sfollate, alcune trasferite nei centri permanenti, altre non si sa bene dove.
Non si può ancora capire se il problema è stato affrontato nel modo corretto, se c'è la possibilità di risolverlo. L'unica cosa che ora interessa e che non ci siano persone sulla strada. Che l'immagine della città sia di ordine e pulizia. Anche li, sotto il ponte di ferro, dove si accumulano gli scheletri delle baracche abbattute.
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