sabato, giugno 14, 2008

Fatti realmente accaduti

In città non esiste il silenzio. L’orario non fa alcuna differenza: la giornata è scandita da echi di ambulanze lontane e la notte è rotta dalle corse di motorini impazziti. Dovrò farci l’abitudine, lasciare che tutto diventi un sottofondo indistinto, una colonna sonora che accompagni i dialoghi, le pause, i risvegli.
Mi sto calando lentamente nella dimensione della metropoli, percorrendo i vicoli del quartiere, familiarizzando con le distanze relative dettate dal traffico. Non può esistere una conoscenza precisa, non si può determinare il tempo necessario per spostarsi da un punto all’altro. Vaghe supposizioni, indizi, pronostici. Dettati da intuizioni sulla mappa che raffigura forse un terzo dell’area metropolitana.
Il fatto positivo è che qui nessuno si spaventa se gli chiedi un’informazione. Non c’è diffidenza, paura, ognuno è felice di poter essere utile. Può addirittura succedere che un cameriere di ristorante vada a prendere il TuttoCittà per mostrarvi la strada. O può anche accadere che una turista vi domandi gentilmente un indirizzo e siate in grado di darle una risposta. Perchè in tutta quella confusione ha chiesto casualmente proprio la via per il bar sotto casa vostra.

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