Intolerance
Mi sto rendendo conto che non ho molte cose da raccontare. Tutto sta diventando un po’ ordinario, ripetitivo. Parlo solo di lavoro. E per fortuna piano piano me ne sto accorgendo. Mi sono lasciato condizionare. Va bene, basta.
In fondo però non è tutta colpa mia. Sarà perchè Bologna non è più cosi cordiale, accogliente, comunicativa. E ti getta addosso tutta la sua insofferenza. Un immigrato urla se gli chiedono un documento in un internet point. Quello stesso internet point che ti addebita il costo della navigazione anche se devi solo fare una stampa. Il cinema di martedì costa otto euro. Si, martedì quello che viene dopo lunedì. Al supermercato non mettono i prezzi al posto giusto, la cassa batte diverso da quello scritto, dai la tua banconota da dieci e mancano ancora cinque euro. Non si vive tranquilli.
Bisogna portare a termine gli impegni presi e cambiare aria. Voglio andare a trovare i cinesi in Cina, i pakistani in Pakistan, gli argentini in Argentina. Voglio vedere quelle stesse persone che incontro sotto casa nei loro paesi d’origine, nel loro ambiente, rilassati e con un sorriso sul volto.
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