Trafficante
GIORNO 3, CARACAS, VENEZUELA
L'ultima sera a Caracas e' all'insegna della vita criminale. Che non fosse propriamente una citta' legale e trasparente mi era parso ovvio fin dall'arrivo in aeroporto, quando un poliziotto mi aveva avvicinato per cambiarmi denaro illegalmente. Anche con un prezzo discreto. Pratica tralaltro diffusissima, tanto e' vero che buona parte dei dollari che avevo con me hanno fatto un viaggio al mercato nero e sono tornati in bolivares con un tasso di cambio di 7 a 1. Senza commissione. 6 a 1 il prezzo della polizia. 5 a 1 per strada, dal venditore di spiedini. 4,3 il tasso ufficiale. Al quale va tolto un dieci per cento di commissione della banca o dell'agenzia, il che ti porta ad uno scarsissimo quattro.
Fatto sta che l'amico che ha gentilmente moltiplicato i miei pochi dollari per sette, quella sera mi propone di andare con lui a vendere rum di contrabbando. Saliamo in macchina e voliamo sull'autostrada che collega il piccolo pueblo dove mi trovo all'immensita' di Caracas. Nel bagagliaio tintinnano le bottiglie di rum Santa Teresa gran riserva.
Il discorso e' che la legge vieta a bar e negozi di vendere alcol dopo le nove di sera. Per questo alcuni studenti si sono inventati 'the ron delivery'. Consegna a domicilio. Con ambizione di allargare il giro offrendo un kit completo di rum, coca cola, ghiaccio e bicchieri da cuba libre. Tradizione irrinunciabile per combattere il caldo estivo e aiutare la concentrazione nello studio.
'Anche il padrino ha iniziato con il contrabbando di liquori'. Mi dice con simulato accento siciliano. E via, nella notte, verso un'altra consegna.
'Anche il padrino ha iniziato con il contrabbando di liquori'. Mi dice con simulato accento siciliano. E via, nella notte, verso un'altra consegna.
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