L’idea è affascinante. Una fonte d’acqua dolce su un isola, che scorre sotto il fondo del mare per sgorgare circondata da piante di papiro. Un muricciolo e dall’altra parte il mare, il porto. E’ la fonte Aretusa, cuore di un crocicchio di case, storie e leggende che è Ortigia. A sua volta centro pulsante di Siracusa, la splendente città prima tappa della mia scoperta della Sicilia.
Dall’altra parte, verso l’entroterra, l’anfiteatro, adagiato sul fianco di una collina che respira, svuotata nei secoli dalle pietre bianche che sono diventati spalti, scene, scale. Un trionfo della cultura e dello spettacolo che rivive in questo mese di maggio col festival del teatro greco, diventando quell’anello mancante tra passato e presente, tra tradizione e modernità. Ogni costruzione è in armonia con l’ambiente che la circonda, pervaso di pacato equilibrio. La natura ringrazia creando qua e la macchie di colore col rosso dei papaveri, con gli olivi millenari, con i fiori che sbocciano al sole.
Oggi giornata trascorsa alla scoperta di Agrigento e la valle dei templi. Disegnati nel cielo azzurro, immortali, perfetti. Gialli come la terra che li custodisce, tesori da ammirare o da guardare distrattamente, respirando sensazioni ed emozioni. Un viaggio che è soprattutto mente, voglia di conoscenza. O forse soltanto di riscoperta.