Rajashtan, parte prima
GIORNO 9, UDAIPUR, RAJASTHAN
Arrivato in Rajasthan, sette di mattina e un sole che annebbia la vista, le case color indaco di Udaipur.
Dopo le ventiquattro ore di autobus per scendere dall'Himalaya a Delhi, dodici ore su un treno che sembra l'arca di Noe', l'ultima occasione utile per salvare l'umanita'. Venti, venticinque, trenta vagoni di donne colorate, uomini dal viso scavato, sacchi di riso. Una coppia di mucche, due capre, un paio di polli. Ignaro se fossero viaggiatori o cibo freschissimo per la traversata.
Stomaco a pezzi per l'esperimento culinario di ieri: abbandonare la dieta di basmati per passare a qualcosa di diverso. Una specie di insieme di verdure e strani condimenti, finito a forza: pessimo errore. Minuscole spezie sconosciute che mi tolgono la capacita' di camminare lucidamente, di pensare. Uno stato permanente di alterazione. D'accordo, c'e' chi pagherebbe per questo, ma quando si e' in giro per l'India con quaranta gradi fissi in testa non e' proprio lo stato ottimale.
Testa frullata dalla bocchetta dell'aria sul viso, tutta la notte. Insomma, grande stato di forma.
E il caldo, quello vero. E il turismo, quello finto, dei gruppi organizzati. E la citta', che si sveglia lentamente al suono dei tuk tuk.
Benvenuti a Udaipur.
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