lunedì, febbraio 05, 2007

L'albero delle cose perse

Piove. Continuerò a dirlo ogni giorno finchè non smetterà. Forse è meglio così, le strade sono fiancheggiate da siepi di mandarini che stavano crescendo un po’ sciupati... E poi non mi lamento, in soli due giorni in camera ho trovato due ombrelli. Gentile omaggio di chi mi ha preceduto, una ragazza portoghese che ha ben pensato di allegerire il viaggio di ritorno lasciando qui una quantità industriale di oggetti. Ho in mente quest’immagine, l’albero delle cose perse, dove al posto dei frutti crescono le chiavi dimenticate, i peluches che gettiamo quando cresciamo, gli ombrelli lasciati nei bar, le scarpe rotte. Ho provato a cercare quest’albero leggendario nella grande rete, ma pare che non esista. Si può trovare albero genealogico, informatico, grafico, meccanico, velistico, del pane, della cuccagna, del veleno, di giuda, della conoscenza. Nessuna traccia dell’albero delle cose perse.

Fatto sta che ciò che dimentichiamo andrà pur a finire da qualche parte.
Il mio piccolo tesoro si è arricchito così di due ombrelli (uno rosa...), un paio di scarpe (da donna...), una cannottiera modello Venezia a righe bianche e blu, un paio di cuffie per mp3, una felpa rossa e una grigia a zip, una stecca da geometra da 50 cm, una spazzola per scarpe e una torcia portatile completa di pile. A conti fatti un ottimo inizio.
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