venerdì, dicembre 21, 2007

Tutta mia la città

Succede che Bologna si svuota. Piccole valigie colorate corrono per le strade. Il colpo d’occhio dal cavalcavia della stazione racconta di sciarpe e piumini che fanno a gara lungo i binari; In lontananza treni che vanno e vengono col loro carico di familiari e panettoni.
E’ venerdi’ e per molti e’ gia’ vacanza. Anche il mio edicolante di fiducia, che in realta’ e’ il pakistano al semaforo che distribuisce Metro, mi ha annunciato che sta partendo per le ferie. Chiudono le redazioni dei quotidiani gratuti, si svuota la biblioteca che per la prima volta ha decine di computer liberi per la navigazione. Si affollano i supermercati, gli autobus, la pista da pattinaggio un po’ kitsch all’inizio di via indipendenza. Tra le casette di legno della regione Trentino si addensano i curiosi: un banchetto di prodotti artigianali, una bancarella di legno intagliato, anche un chiosco di specialita’ calabresi, giusto per essere political correct.
Tutti se ne vanno, tornano a casa, perche’ Bologna e’ soprattutto luogo di passaggio, nessuno ci abita realmente. Io pero’ quest’anno resto qui. Questioni d’affari. Si, insomma, lavoro. Una scappata a casa, quella vera, appena sara’ possibile. Qualche visita, spero, da amici parenti e sconosciuti. Tanto nell’appartamento non c’e’ nessuno. Come in tutta la città.

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