Forse no
Che strana storia. Tra quattro ore devo essere in piedi, allegro e pimpante, farmi centotrenta chilometri in treno, più venti minuti di corsetta perchè ovviamente il ‘regionale veloce’ non sarà così rapido. Presentarmi alle otto all’università, sostenere un esame scritto su seicento anni di letteratura. Che avrei potuto studiare solo con riassunti a appunti senza aver mai sfogliato una pagina dei trenta libri che ho in bibliografia. Che poi se va male tanti saluti e ci si rivede a settembre. Se non si fosse capito è un sistema che non mi piace molto. Sarà che sono diventato insofferente a queste mezze misure, al pressapochismo.
In questi giorni ho rivisto e ritrovato, oggetti, persone, situazioni che avevo messo in disparte in quest’ultimo periodo. Momenti che apprezzo e altri che disprezzo. Ho rivisto le risse in discoteche, gente che balla tra le bodyguard, ragazze scostanti. Mi mancavano? Forse no. Ho parlato con menti inquadrate, persone che criticano per il gusto di farlo. E’ stato un piacere? Forse no. Per fortuna ho anche incontrato amici che non vedevo da tanto, ma con i quali è sempre bello passare il tempo, parlare, raccontarsi i vecchi tempi e i nuovi progetti. Mentre mancano soltanto pochi giorni a una nuova partenza.
In questi giorni ho rivisto e ritrovato, oggetti, persone, situazioni che avevo messo in disparte in quest’ultimo periodo. Momenti che apprezzo e altri che disprezzo. Ho rivisto le risse in discoteche, gente che balla tra le bodyguard, ragazze scostanti. Mi mancavano? Forse no. Ho parlato con menti inquadrate, persone che criticano per il gusto di farlo. E’ stato un piacere? Forse no. Per fortuna ho anche incontrato amici che non vedevo da tanto, ma con i quali è sempre bello passare il tempo, parlare, raccontarsi i vecchi tempi e i nuovi progetti. Mentre mancano soltanto pochi giorni a una nuova partenza.
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