Un viaggio chiamato amore
Non so perchè oggi sento la necessità di fare il punto delle cose. Di mettermi davanti a una cartina geografica per rendermi conto una volta di più che c’è un mondo, la fuori, da scoprire.
Fermarsi a riflettere mi lascia sempre con un senso di piccolezza nei confronti di quanto mi circonda. Penso di essere fortunato, comunque, di aver visto posti incredibili e conosciuto persone uniche. Di aver fatto esperienze e aver per un attimo sfiorato l’idea di comprenderle.
Penso anche alla ragazza americana in visibilio mentre le parlavo di una nazione antichissima e minuscola costruita in cima a una montagna. Dove sono stato. Che poi è San Marino, e a volte non ci si pensa neppure a quanto sia incredibile questo stato. Guardo questa cartina, mai più a nord di Copenaghen, mai più a sud di Granada. Mai a ovest di Siviglia o a est di Skhiatos. Che è un isoletta greca sperduta dove si gira solo in scooter, perchè di strade non ce ne sono. Guardo le migliaia di chilometri attraverso l’Italia. Con la famiglia, d’estate. Con gli amici, nei weekend. Con la squadra, per andare a correre. O da solo, in macchina, duemila chilometri in quattro giorni. Tra alberghi a quattro tre due una stella, stazioni, anche qualche notte in strada o sulle panchine. Per lavoro, vacanza, divertimento. O forse soltanto per il gusto di viaggiare, per aggiungere un altro passo a questa avventura chiamata vita.
Penso anche alla ragazza americana in visibilio mentre le parlavo di una nazione antichissima e minuscola costruita in cima a una montagna. Dove sono stato. Che poi è San Marino, e a volte non ci si pensa neppure a quanto sia incredibile questo stato. Guardo questa cartina, mai più a nord di Copenaghen, mai più a sud di Granada. Mai a ovest di Siviglia o a est di Skhiatos. Che è un isoletta greca sperduta dove si gira solo in scooter, perchè di strade non ce ne sono. Guardo le migliaia di chilometri attraverso l’Italia. Con la famiglia, d’estate. Con gli amici, nei weekend. Con la squadra, per andare a correre. O da solo, in macchina, duemila chilometri in quattro giorni. Tra alberghi a quattro tre due una stella, stazioni, anche qualche notte in strada o sulle panchine. Per lavoro, vacanza, divertimento. O forse soltanto per il gusto di viaggiare, per aggiungere un altro passo a questa avventura chiamata vita.
2 commenti:
ciao...stai facendo l'erasmus a valencia??? pure io :)è bello quando si trovano persone che condividono la tua stessa esperienza....buona permanenza quindi!! ciaoo!
Claro! Che bello, un popolo italo valenciano su internet! Grazie, anche se purtroppo ho quasi finito la mia avventura qua... in bocca al lupo per tutto
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