Questione di particolari
E’ un po’ che un’idea mi gira per la testa. Voglio capire, sperimentare in prima persona. Sarà per una voglia di salutismo o un’utopia di sviluppo sostenibile, per curiosità o sfida con se stessi. Forse perchè tutto cambia sempre più velocemente e non ce ne rendiamo conto. Fatto sta che da domani inizio la mia settimana da vegan, ovvero vegetariano di terzo livello.
Che poi non ho mai capito bene questa storia dei livelli, delle correnti di pensiero. Pescetariani, eliminano la carne dall’alimentazione, subito dopo vegetariani, nè carne nè pesce. Vegan, escludono qualunque alimento di origine animale. Sembra incredibile, si può andare ancora più in là. Ci sono ancora i crudisti, solo alimenti vegetali non sottoposti a trattamenti termici, e i fruttariani, solo frutta a semi.
Ho letto che se tutti fossero vegetariani nessuno morirebbe di fame; paesi del terzo mondo coltivano campi che invece che per il loro sostentamento servono a produrre mangimi per gli allevamenti europei. Un momento di riflessione, un’occasione per scoprire nuovi cibi, senza andare allo sbaraglio, ma valutando lentamente ogni passo. Per quella che non è solo un’abitudine alimentare, ma un vero e proprio stile di vita. Via latte, uova, miele e ciò che ne consegue. Via giacche in pelle, cinture di coccodrillo, maglioni di lana. Via alcool e sprechi di acqua e luce.
Che poi non ho mai capito bene questa storia dei livelli, delle correnti di pensiero. Pescetariani, eliminano la carne dall’alimentazione, subito dopo vegetariani, nè carne nè pesce. Vegan, escludono qualunque alimento di origine animale. Sembra incredibile, si può andare ancora più in là. Ci sono ancora i crudisti, solo alimenti vegetali non sottoposti a trattamenti termici, e i fruttariani, solo frutta a semi.
Ho letto che se tutti fossero vegetariani nessuno morirebbe di fame; paesi del terzo mondo coltivano campi che invece che per il loro sostentamento servono a produrre mangimi per gli allevamenti europei. Un momento di riflessione, un’occasione per scoprire nuovi cibi, senza andare allo sbaraglio, ma valutando lentamente ogni passo. Per quella che non è solo un’abitudine alimentare, ma un vero e proprio stile di vita. Via latte, uova, miele e ciò che ne consegue. Via giacche in pelle, cinture di coccodrillo, maglioni di lana. Via alcool e sprechi di acqua e luce.
Ho scoperto che esistono cibi che non ho mai sentito: alghe, tofu, seitan. Che l’insalata è ottima con una manciata di semi di girasole. Che proprio a Valencia si produce l’orchata de chufa, una sorta di latte vegetale energetico. Che di vegetariani sono pieni il mondo e i libri di storia. Leonardo da Vinci, Confucio, Platone, Kafka, Tolstoy.
Magari tra una settimana mi ritroverò più intelligente.
...
2 commenti:
suerte tio!
io sono stata vegetariana per 13 anni, ma proprio in terra spagnola il richiamo del "jamon cerrano" è stato più forte...
però sto seriamente rivalutando l'idea di ritornare "alle origini", anche se vegan...hmmm non credo che riuscirei,già ho incontrato non poche difficoltà a eliminare sia carne che pesce, eliminare anche uova e latticini è dura...pero, todo es posible!
ale-world (caffe erasmus)
Ciao Ale!
Sai è più un pretesto per provare un modo di vivere differente... penso che alla fine mi trasformerò in vegetariano, anche se hai ragione che qua tra jamon e paella pollo e calamari sarà un po' difficile...
Ciao
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