Il giardino di casa
Sto diventando un sostenitore sempre più accanito dello scambio culturale, della scoperta che nasce da un confronto, del divanismo. Ovvero dell'ospitare ed essere ospitato, da persone che non conosco ma delle quali condivido una certa concezione della vita, come un viaggio mai banale e sempre ricco di novità ed emozione. Forse non riesco neppure ad immaginare cosa significhi per un giapponese, un texano, un uzbeko, mettere piede per la prima volta a Roma. Tanto è abitudinario per un italiano vivere in mezzo all'arte e alla cultura.
C'è bisogno di apertura mentale, è necessario considerare sempre molteplici punti di vista. Senza parlare dei turisti attraverso luogni comuni, senza pensare a come truffarli facendo loro pagare un bicchiere d'acqua un euro. Il mondo si fa sempre più piccolo e affollato, in continuo movimento. Bisogna apprezzare, conoscere, anche quello che si trova fuori dal giardino di casa.