Prossima fermata Pechino
GIORNO 20, TRANSMONGOLICA, ULAANBATAAR - PECHINO
Trasferimento dalle steppe mongole alla terra di Cina. Di nuovo in treno, ambiente conosciuto, piacevole, trenta ore che volano per l'ansia di chiudere l'ultima tratta della transmongolica, il lungo viaggio da Mosca a Pechino. Neve, immancabile, all'uscita da Ulaanbataar. Grattacieli che si fanno man mano piu' lontani, come pezzetti di lego disordinati all'orizzonte. Accampamenti di gher, ammassate, propaggini della citta' disperatamente avvinghiate a un accenno di tradizione ma concupite dal moderno.
Trasferimento dalle steppe mongole alla terra di Cina. Di nuovo in treno, ambiente conosciuto, piacevole, trenta ore che volano per l'ansia di chiudere l'ultima tratta della transmongolica, il lungo viaggio da Mosca a Pechino. Neve, immancabile, all'uscita da Ulaanbataar. Grattacieli che si fanno man mano piu' lontani, come pezzetti di lego disordinati all'orizzonte. Accampamenti di gher, ammassate, propaggini della citta' disperatamente avvinghiate a un accenno di tradizione ma concupite dal moderno.
Eventi notabili: deserto del Gobi, un'infinita distesa di nulla nel nulla che tiene compagnia dall'ora di pranzo fino al mattino seguente. Serata festaiola sul vagone in un'improvvisata partnership mongolo italiano svizzero svedese, al grido di 'bajkal bajkal', la celebre vodka russa dell'omonimo lago. Referto: vodka bajkal batte vodka gengis khan, una piccola rivincita sovietica nei confronti del piu' grande conquistatore di tutti i tempi. Voci di corridoio riferiscono di aver udito i partecipanti intonare canzoni rap nella melodiosa lingua mongola, ma fortunatamente non sono pervenute registrazioni audio-video.
La Cina ci accoglie con colazione e pranzo gratuiti nel famoso e fino allora misterioso vagone ristorante. Poi, la grande muraglia vista dal grande finestrino. E splendidi scorci di gallerie, canyon, fiumi, montagne. E, finalmente, Pechino.
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