Sovietismi
GIORNO 3, MOSCA, RUSSIA
Freddo costante. Un clima che si rispecchia negli sguardi, gelidi, dei moscoviti. Nei loro capelli che sono di un biondo chiaro, assente, che difficilmente ha incontrato i raggi di una giornata al mare. Difficile trovare qualcuno che parli inglese, aspetto sorprendente, dal mio punto di vista.
Momenti sovietici vecchio stile, come la visita al corpo imbalsamato di Lenin. In Piazza Rossa, guardato a vista da guardie armate, in religioso silenzio. Un giro al Kgb, locale nostalgico, per bere una vodka. Visita all'armeria del Cremlino, con la sua storia che e' anche quella di popoli e razze che si incontrano nella vastita' di un impero che forse non conosce neppure i propri confini.
Russi che sembrano asiatici. Occhi allungati, che non saprei attribuire a un cinese o piuttosto a un eschimese. Quattro chiacchere con Lara, che fa il suo turno di ventiquattro ore di lavoro in ostello, e viene dal sud dei monti Urali. Porta con se' un incontro di culture simbolo di un paese che non conosciamo. Una Russia che vediamo solo negli stereotipi.
Mosca e' una citta' cosmopolita, affascinata dall'Occidente ma ancora rigorosa e legata al proprio passato. Cuore di una landa sconfinata che si stende per migliaia di chilometri fino alla Cina. E oltre.
Terra che domani finalmente andiamo a conoscere: si parte con la transiberiana, il leggendario treno che collega Mosca con l'Oriente, il tracciato piu' lungo del mondo. E, a questo punto, non so davvero cosa aspettarmi.
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