martedì, novembre 27, 2007

Alibi

Devo fuggire in qualche posto lontano. Potrebbero trovarmi. Sono già sulle mie tracce. Hanno indirizzo, cellulare, codice fiscale. Mi sento marchiato per qualche reato grave, per sempre. Eppure non ho fatto nulla di male. Sono pieno di giustificazioni da sfoderare al momento opportuno. Ero al lavoro, non ho avuto tempo, sono stato trattenuto, ho un alibi per quel giorno.
La grande mancanza della quale mi sono macchiato è non avere restituito un libro in biblioteca nei termini previsti. Quattro giorni di ritardo. Certo ci sono reati più spregevoli al mondo, anche se non la pensano allo stesso modo coloro che gestiscono questa libera circolazione della cultura che è il prestito dei libri. A nulla è valsa la fedina penale immacolata, i motivati interessi di studio, la giuria compiacente e l’arringa finale nel nome di un sistema più elastico. Sono stato sospeso per un mese. Mi è stato anche indicato il passo del regolamento che sostiene una pena commisurata al ritardo e comunque mai inferiore a un mese. Giusto nel periodo in cui devo cercare i libri per la tesi.

Intanto la mia casa raggiunge il nuovo record d’inquilini: undici. Cinque abitanti, un ospite a tempo indeterminato, un altro quasi stabilizzato, due temporanei, un cane residente e uno in visita.Cosa succederà nei prossimi giorni non ci è dato saperlo.

giovedì, novembre 22, 2007

Libera competizione

Può sembrare strano che questo mese abbia scritto solo quattro messaggi. La valida spiegazione è che internet ancora non è arrivato. Dopo la battaglia di offerte degli operatori vinta da Fastweb, tutto è entrato in un allarmante e silenzioso stato di immobilità. Cinque settimane per portarci un modem e attivare la linea mi sembrano un’esagerazione senza giustificazioni. Va detto che l’offerta comprende tre mesi iniziali gratuiti: bene, uno è già passato. E la soluzione non è vicina come potrebbe sembrare. Alla faccia di tutela del consumatore, liberalizzazioni, decreto Bersani e via discorrendo. Passa sempre un mese quando si cambia abbonamento o si trasferisce un numero di cellulare a un altro operatore. Tutti avvisati, i signori delle telecomunicazioni hano stabilito che non si possono gestire più di settemila passaggi al giorno. Un numero ridicolo se si pensa ai settanta milioni di schede attive in Italia; chi ha programmato qualche novità per le vacanze natalizie dovrà mettersi in coda e pazientare parecchio.

Tra pochi giorni partono anche le promozioni per i cellulari: ieri mattina ho assistito alla segretissima presentazione del progetto. Per poi scoprire che anche i diretti avversari avranno uguali tariffe, costi, bonus. Precisi al centesimo. E poi la chiamano libera competizione.

mercoledì, novembre 14, 2007

Viaggio ai confini del divano

La domenica in tv c’è un programma che molti dovrebbero vedere. Non tanto per lo stile da avanspettacolo che lo caratterizza, ma piuttosto per il messaggio che trasmette. “Sofa SoGood”, tre del pomeriggio, AllMusic. Due matti che girano il mondo e lo raccontano a modo loro, in equilibrio tra irriverenza e provocazione. Interviste al limite dello scandalo e una sana voglia di raccontare il tutto con occhi diversi.
Quello che mi fa veramente piacere è vedere finalmente un programma che si interessa alla grande rete di Couchsurfing (www.couchsurfing.com). Un sito che raccoglie tutti coloro che nel mondo sono predisposti a incontrare gente nuova, altre culture, a viaggiare per vivere realmente la realtà che ci circonda. Ogni iscritto offre il proprio divano a chi cerca ospitalità, crea un profilo e può essere ospitato in tutto il mondo. Può anche solo offrirsi per prendere un caffè con i viaggiatori o mostrare loro la propria città. Una volta in Spagna, Groenlandia, Nuova Zelanda può contattare chi ha un divano libero. Viaggiare a costo zero e incontrare chi vive nel paese che si sta visitando. Ogni città organizza poi incontri, feste, aperitivi.
Una comunità in continua espansione che parla decine di lingue, cucina sushi e kebab, spaghetti e paella. Un’opportunità per chi desidera fare della propria casa il centro del mondo. O per chi vuole saltare da un divano all’altro in giro per il mondo.

venerdì, novembre 09, 2007

Norma di sicurezza

Certi giorni sento il bisogno di affermare la mia identità. Indossare una felpa al contrario, salire in piedi su un tavolo, ballare per strada. Staccare per un momento da ciò che è ordinato e preimpostato. Una sensazione che si amplifica in queste giornate lavorative. Perchè tutto intorno a me è così preciso, segreto, militarizzato. In nome della privacy e della tutela dei dati personali.
Può sembrare cosa da poco, ma l’accesso totale alla scheda del cellullare di uno sconosciuto può rivelare molte cose. Forse troppe. Ecco che allora entrare in ufficio è come entrare in un carcere di massima sicurezza: telecamere, documenti di identificazione. Ogni porta si apre solo con tessera magnetica che visualizza sul display nome e cognome. Ogni computer è personale e tutte le operazioni vengono tracciate. Ogni persona ha abilitazioni differenti in base a una severa gerarchia. Ogni pagina è cifrata. Non si sa bene dove si trovi il reparto anti frodi e chi vi lavori.
Uno scenario degno del migliore film di spionaggio. O forse di una commedia, quando il cliente chiama e lascia con noncuranza numero di carta di credito e codice segreto.

mercoledì, novembre 07, 2007

Palla al centro

Da oggi ho ventotto milioni di clienti. Punti vendita, centri assistenza, rivenditori. Calciatori come testimonial e il marchio sulla Ferrari campione del mondo. Certo, non è tutto mio. Anzi, per essere onesti di mio non c’è proprio niente. Ma quando accendo il computer so di dover aspettare parecchio prima che il sistema carichi ventotto quasi ventinove milioni di contatti. Si, potrei anche semplicemente dire che ho iniziato a lavorare, ma non farebbe lo stesso effetto. Non dirò per quale grande azienda, anche se in fondo si è capito. Una qualche multinazionale delle comunicazione, settore assistenza clienti.
Ed ecco un mondo sconosciuto che si apre. Segreti meccanismi e strategie commerciali, marketing e nuove tecnologie. Due settimane di formazione per poter essere in grado di muovere i primi passi. E capire presto come funziona questo circolo vizioso di corsi e agenzie interinali.

Esistono fondi creati dalle pubbliche amministrazioni per finanziare la formazione e la specializzazione di futuri lavoratori. Insomma, lo stato paga un’azienda per insegnare il mestiere a qualche giovane disoccupato. L’azienda al termine del corso assume i lavoratori con contratto a termine, un mese, due settimane, non si sa bene quanto per coprire una sua necessità. Al prossimo giro assumerà gli stessi giovani, già formati ed esperti. E invece no. Perchè altrimenti non incasserebbe il contributo statale. Quindi spazio ad altri nullafacenti senza esperienza. Guadagna l’azienda che assume e licenzia quando vuole, guadagna l’agenzia che fa da tramite tra domanda e offerta. E il lavoratore si ributta nella mischia.