venerdì, novembre 09, 2007

Norma di sicurezza

Certi giorni sento il bisogno di affermare la mia identità. Indossare una felpa al contrario, salire in piedi su un tavolo, ballare per strada. Staccare per un momento da ciò che è ordinato e preimpostato. Una sensazione che si amplifica in queste giornate lavorative. Perchè tutto intorno a me è così preciso, segreto, militarizzato. In nome della privacy e della tutela dei dati personali.
Può sembrare cosa da poco, ma l’accesso totale alla scheda del cellullare di uno sconosciuto può rivelare molte cose. Forse troppe. Ecco che allora entrare in ufficio è come entrare in un carcere di massima sicurezza: telecamere, documenti di identificazione. Ogni porta si apre solo con tessera magnetica che visualizza sul display nome e cognome. Ogni computer è personale e tutte le operazioni vengono tracciate. Ogni persona ha abilitazioni differenti in base a una severa gerarchia. Ogni pagina è cifrata. Non si sa bene dove si trovi il reparto anti frodi e chi vi lavori.
Uno scenario degno del migliore film di spionaggio. O forse di una commedia, quando il cliente chiama e lascia con noncuranza numero di carta di credito e codice segreto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo, non ti basta essere bello, sei pure bravo, i miei complimeti, sono ben'impressionata dal tuo scrivere, ti seguo sempre nel samblog, ma poi ho notato che alcuni interventi li selezioni, per cui devo leggere in due indirizzi diversi, un bacio XXX!!!

Ale451 ha detto...

Grazie davvero, sono emozionato... Di solito se non sono vicino alla partenza estiva i blog coincidono, pero' non si puo' mai dire... Ciao, Ale