lunedì, gennaio 24, 2011

Relativita'

GIORNO 2, CARACAS, VENEZUELA


Tutto molto differente. Sfasato. Sveglio alle sette, senza motivo, con un sole alto e luce innaturale. Stiamo a meno cinque ore e mezza rispetto alla vecchia Europa.
La citta' immensa. Caracas. Una lingua di terra distesa tra due file di montagne. Boulevard di edifici eleganti e piccole case colorate disperatamente aggrappate ai fianchi delle colline.
Un paesaggio da videogioco. Boschi di palme e un fiume melmoso di macchine che invade la pianura. Ford degli anni 70, Chevrolet e macchine ultramoderne. Una Mustang rossa da boss della malavita. Gente in piedi sui pick-up. Appesi fuori le porte dei pulmann.

Colazione all'universita'. Arepa e spremuta. Un bus blu striato di bianco per Chacaito. E poi a caso.
Tra chioschi improvvisati agli angoli delle strade, tra venditori di ghiaccio e caffe'. Tra signore che si connettono a facebook con il blackberry. Tra chi cerca di rifilarti uno spazzolino per poter guadagnare quei pochi spiccioli per poter mangiare a fine giornata. Un paese di contrasti, violenti, che hanno il colore socialista dei mattoni delle favelas e i riflessi delle pareti specchiate dei grattacieli.

Serata a 'Il Teatro', bel locale a meta' strada tra l'intrattenimento artistico e la discoteca. Serata di stand up comedy. Quattro comici sul palco che infiammano il pubblico usando come argomenti le donne e la politica. Per essere cosi' lontano da casa, non mi sembra che in fin dei conti il mondo sia tanto differente.

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