martedì, maggio 07, 2013

Fast food

GIORNO 22, NEW DELHI

Back in Delhi, rigettato un'altra volta nel cerchio dei procacciatori di turisti. Ormai preparato, consapevole, capace di dire a chi vende pacchetti di viaggio che parto domani, agli autisti di tuk tuk che vivo a Delhi da sei mesi, ai negozianti che faccio delle ottime offerte su dei cuscini comprati in Rajasthan, ai giovanotti conoscitori del mondo che la mia patria e' Andorra. Buio totale. Saluto anche in basco, se necessario.

Sono stato da McDonald's. Ok, non sono un sostenitore del mondo globale e questo andrebbe un po' contro l'etica oltre che contro il comune buon senso. Ma il fast food e' uno di quegli indicatori di un paese che non puo' mancare, una sorta di rituale, che ricerca in una formula sempre uguale, quella del cibo preconfezionato disneyano, uguaglianze e differenze.
Difficile pensare di aprire un McDonald's in un paese che non mangia maiale, per via dei mussulmani, e non mangia bovini, per via degli indu'. Infatti ecco il McChicken, il doppio Chicken, il Masala Chicken, il Veg Burger e il salutare panino con il filetto di pesce. Quell'incrocio tra fritto e salute che tanto poco successo ha avuto da noi da essere lentamente caduto nel dimenticatoio. E poi tutta una serie di cose piccanti, gli omaggi regionali, e il gelato, quello bianco denso come il polistirolo, che di volta in volta assume gusti e forme differenti.

I frequentatori sono quasi tutti giovani che si lasciano affascinare facilmente dall'occidente, vestono in jeans e maglietta, giocano con i loro smartphone. Solo qualche copricapo sikh e un gruppetto di viaggiatori coreani ci ricorda che siamo in India. Che e' un paese che corre, e cresce, a sua insaputa. In una direzione che non prende volontariamente, ma nella quale e' costretta dalle regole di un mondo che impone un certo standard di vita', di affermazione, di felicita'. 
E' un paese che nella sua frenesia di sviluppo crea contraddizioni e poverta', confusione, apparente benessere. E che ha basi cosi' poco solide da dover fare presto i conti con tanti dei suoi problemi.


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