lunedì, maggio 26, 2008

La scoria infinita

Si parla tanto di energia nucleare. E trovare dei dati chiari, come sempre, è difficile. Trarre delle conclusioni, è complesso. Schierarsi da una parte o dall’altra è facile fino a che non si conoscono i fatti. Ovvero che le bollette dell’energia elettrica sono raddoppiate negli ultimi dieci anni, e che dipendiamo dall’estero per l’ottantacinque per cento del fabbisogno. Se usassimo solo quello che produciamo, dovremmo staccare il frigorifero ogni volta che accendiamo la tv.
L’energia nucleare non risolverebbe la situazione. Perchè è già previsto che consumeremo di più. Oltretutto ci sono una serie di problemi da considerare, scorie, sicurezza, tempi di realizzazione, disponibilità della materia prima. Che, neanche a dirlo, sta moltiplicando costantemente il prezzo di partenza rendendo sempre meno conveniente l’investimento.

E poi ci sono le energie rinnovabili. L’eolico, che ancora rende poco rispetto ai soldi spesi per gli incentivi statali. E che deturpa l’ambiente, con pali di centocinquantametri nelle campagne, descritti poeticamente da Sgarbi come falli che stuprano la terra.
Alla fine c’è il fotovoltaico, che non conviene a nessuno. O meglio conviene solo al cittadino, perchè il sole non si può privatizzare, sezionare, inquadrare. E’ una fonte praticamente inesauribile. Qualcuno obietta che non ha una resa paragonabile al nucleare, certo. Per dirlo con un esempio concreto un pannello solare di un metro quadrato tiene acceso solo il frigorifero, ma almeno potete lasciarlo in funzione mentre la centrale idroelettrica vi fa vedere la partita in tv.Il problema è che il fotovoltaico è una tecnologia che nessuno ha sviluppato. L’anno passato sono stati spesi soltanto quarantamila euro, che rappresentano lo zero virgola zero zero zero due di quanto destinato allo sviluppo energetico.

La conclusione non può che essere il solito vecchio luogo comune, la storia infinita: abbandonare il consumismo, ottimizzare i consumi e incentivare la ricerca. Per quanto banali possano sembrare, non vedo sinceramente altre strade.

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