martedì, aprile 08, 2008

Lost in highlands

E' stato un attimo attraversare Parigi, tra vicoli e quartieri inaspettati. Parti di un solo organismo che e' quella citta' instabile, romantica, mutevole. Dal quartiere di Montmartre, uscito dalla fervida immaginazione di un vignettista, relegato e imprigionato in un qualche modo sul tramonto degli anni ottanta. Con quel Moulin Rouge che e' simbolo di un'immaginario collettivo fatto di musica e storie d'amore, e che invece delude le aspettative. Fino alla zona popolare dove ho passato le nottate, fatta di palazzi alti che a loro modo raccontano una storia, dall'alto di strette scalinate coperte di tappeti. Ho visto e vissuto, con il freddo costante nelle ossa.
Ieri tutto si e' acceso e scaldato per un attimo, con il passaggio della torcia olimpica, le contestazioni, la caccia aperta ai turisti cinesi da parte dei manifestanti. Poi oggi tutto e' tornato nella morsa del gelo. La torre Eiffel si e' coperta di neve. Ma io a Parigi non ci sono piu'.
Sono appena atterrato in Scozia, a Glasgow. Ho visto volando le bianche scogliere di Dover e il canale della Manica, e poi la terra che mano a mano si fa piu' scura, si punteggia di rocce nere e di coste frastagliate. Steccati, greggi di pecore, colline erbose dal finestrino del treno. E infine la citta', ancora da scoprire.

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