giovedì, aprile 05, 2007

Pioggia indifferente

Mi sono trovato a pensare che le cose cambiano significato a seconda di come le viviamo. C’era un prato, vicino a casa, quando ero bambino. Giocavo a calcio in mezzo ai fiori bianchi e gialli, alla cavallette. Solo d’inverno mi accorgevo che in realtà il prato era una discesa , perchè scendevo con lo slittino sulla neve. D’estate non mi rendevo conto che l’erba in realtà si inclinava piano piano continuamente. Ora capisco perchè era più facile segnare in una porta piuttosto che nell’altra. O come quando si va in vacanza al mare, un giorno piove e si pensa che non è giusto e che di sette giorni già uno si è bruciato. Poi magari qualche mese ci vivi al mare, e dopo un po’ capisci quella perfetta armonia, senti i temporali che arrivano, i venti che soffiano e le maree che cambiano. Ma il freddo e la pioggia di questi giorni proprio non me li aspettavo. Sarà che ancora non sento “mia” questa città, continuo a viverla di passaggio, distrattamente.

Se un mattino ti alzi per stare solo coi tuoi pensieri la città che ti circonda non ha più senso. Può essere un qualunque crocevia di strade e persone, case imbiancate e luci notturne. Se vai in giro senza ascoltare è inutile che le persone parlino, differenze di lingua non hanno alcun senso. Sarà l’abitudine, o già lo sguardo proiettato sul futuro. Comunque finalmente ho il tanto sospirato biglietto per Granada. E questo basta per riaccendere la voglia di vivere quello che mi sta intorno.

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