venerdì, luglio 04, 2008

Cocce

Roma parla sempre. Non riesce a farne a meno, deve raccontare storie ed episodi con le bocche dei suoi abitanti, deve riaffermare ogni giorno il suo ruolo, centrale, nella storia e nell'arte. In poche settimane ho già una serie di racconti metropolitani, scaturiti da incontri, più o meno fortunati.
Questa mattina la nuova puntata, sulla linea autobus centosettanta, una sorta di luogo d'incontro per un'umanità varia e appassionata. Il principio, con le prime fasi del discorso, è sempre uguale, con piccole variazioni. Che caldo che fa, l'autobus è in ritardo, in città c'è traffico, non mi piace la metro, però è comoda, ma non si può scavare, hai visto adesso, che gente c'è in giro.
Poi si ricama, si sviluppa, si sorprende. Oggi ho incontrato un signore del ventinove, con il classico dolore al ginocchio, affabile e felice di raccontare la propria vita.

A Roma, negli anni della guerra, era tutto diverso. Ogni tanto sentivi il rombo delle fortezze volanti che portavano le bombe, qualche mitragliata della contraerea, e poi il cielo si illuminava e si sporcava di grigio. Il sabato si andava tutti a Piazza Venezia per l'adunata, che non interessava a nessuno, ma bastava stare lì a battere le mani ai discorsi e si saltava un giorno di scuola. Poi c'era la tessera per il pane, una rosetta al giorno, e la sera si mangiava semolino di farina, sempre. Che poi la farina bisognava andarla a prendere fuori città, e un giorno passava un camion d'arance, e allora abbiamo chiesto all'uomo sul mezzo di lanciarcene qualcuna. Ma lui ci ha buttato solo le cocce, e noi ce le siamo mangiate lo stesso. E mia moglie stava pure peggio. Si mangiavano le fave un giorno, e il giorno dopo le cocce delle fave, bollite, perchè altrimenti non si mandavano giù.
E stato come vivere per un attimo in un tempo distante, dimenticato. Capace di farci apprezzare ancor di più la semplice realtà di ogni giorno.

1 commento:

Gloria ha detto...

Come promesso, ecco qui il graffito della mia avvenuta visita. Non ho il biglietto del tram, però... è grave?
:)

P.S.: anche tu scrivi molto bene... chissà come reciti! :D
Spero di vedersi in scena, un giorno.
:) Gloria