sabato, luglio 12, 2008

Intolerance (quando nulla cambia)

Intolerance è un film muto del 1916, con la regia dello statunitense David Wark Griffith. Una pellicola che descrive come l'intolerranza, in quattro momenti cruciali della storia dell'umanità, abbia giocato un ruolo fondamentale per la rovina della società. Il film nasce come risposta alle accuse di razzismo della prima opera del regista, il controverso Nascita di una nazione uscito l'anno precedente. La storia di due famiglie sullo sfondo della guerra di secessione, la ricerca di una giustificazione per la nascita del ku klux klan come mezzo per mettere ordine nella confusione creata dagli ideali abolizionisti della gente di colore. A Griffith vennero rivolte pesanti critiche, accusa di xenofobia e apologia di ideali nazisti, quando nella vacchia europa il fuhrer se ne stava ancora placido in culla.

Era, come abbiamo detto, il 1915. E mi sento di dire che nulla è cambiato. Certo, non abbiamo più i bianchi cavalieri incappucciati che linciano e bruciano, ma il loro animo sopravvive nella mente di tante persone. Non si riesce ad estirpare la discriminazione, il razzismo, la paura del diverso. Alla faccia di una globalizzazione imperante la società si racchiude in microcelle, in piccole cerchie di privilegiati gelosi della propria esistenza.
Vorrei girare un film e chiamarlo Ignorance, perchè è questo il segreto di tutto. E' la mancanza di conoscenza che continua a renderci così antichi nel nuovo millennio. Che ci fa alzare la guardia contro un calderone di rom, gay, musulmani. Senza differenze. Senza tolleranza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo alle, hai scritto un bellissimo post. io la penso (e lo sai!) esattamente come te. le microcelle, come le chiami giustamente tu, sono la risposta naturale ed esatta alla globalizzazione. più il mondo si amplia, abbattendo le frontiere e portando la comunicazione a velocità inaudite, più la povera gente (povera di mente) si rinchiude nel proprio "orticello" per cercare un inutile ed insensato riparo. questa è la realtà degli ultimi anni...dovremo abiutarci perchè "alla illogicità della pancia" è difficile parlare con un sano ragionamento
razionale. anzi: è impossibile!!!
il Fritte

Anonimo ha detto...

Bello e bravo...