giovedì, luglio 03, 2008

Slow motion

Per il bene dell'umanità e dei viaggiatori oggi ho compiuto un serio esperimento scientifico. Navigando nei meandri di trenitalia ho trovato un sito di pubblica utilità, che informa sul ritardo dei treni, fornisce dati esaurienti sul traffico e i numeri del trasporto nazionale. Pieno di fiducia ho allestito un'improvvisata indagine statistica: ho scelto, del tutto casualmente, quattro tratte, distanti una dall'altra, nord sud e le due coste. Il risultato, alquanto prevedibile, è il seguente.
In questo istante sulla ferrovia che collega Rimini ad Ancona sono in viaggio tre treni: l'intercity proveniente da Milano ritarda di ventun minuti, quello diretto a Lecce di quarantuno. Non sfugge neppure l'eurostar per Taranto, indietro di tredici minuti.
Tra Pisa e Roma l'intercity verso la capitale ha ventisette minuti, in senso contrario, destinazione Ventimiglia, trentatre minuti. Un altro ritardo minimo, sei minuti, e finalmente due convogli in orario.
Al nord, tratta Milano Verona, pochi minuti di attesa per tutti e un treno paradossalmente in anticipo. Che però arriva dalla Svizzera.
Per concludere notizie dalla ferrovia Salerno Paola, tre intercity e due eurostar. Venti, quattro, quarantanove, tredici, quindici. Come numeri del lotto andrebbero anche bene.
Ogni viaggio è un incognita, relativa, indefinibile. Alla quale siamo talmente abituati da restare indifferenti anche a quest'elenco di disagi e disservizi chiamati ritardi.

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