martedì, maggio 06, 2014

A ogni costo

GIORNO 36, DIEN BIEN PHU, VIETNAM

Il viaggio raramente e' prevedibile. Si vive per sensazioni, intuito, si seguono consigli. E si finisce spesso per trovarsi in luoghi e situazioni inaspettate, che comunque costituiscono un aspetto decisamente affascinante dell'esperienza. 
Oggi primo tentativo di passare la frontiera. Un'ora a inerpicarsi sul fianco della montagna, tra paesaggi mozzafiato e foreste intricate, immaginando vista e colori dell'altro lato del passo, altra terra e altra lingua, versante differente di uno stesso crinale che ora fa sbuffare di fatica il motore nel silenzio irreale che lo circonda. Il Laos, pero', e' chiuso. Almeno per gli stranieri che arrivano con motociclette che, secondo la legge vietnamita, non potrebbero neppure possedere. 
Lo temevamo. Le voci si rincorrevano. Un attimo di pausa, uno sguardo a quello che e' solamente un confine immaginario, una convenzione tra due paesi che tracciano una linea sulla carta, e via. Giu', nella stessa valle, dallo stesso versante, incontro alla stessa citta'. Occorre tempo per pensare a un piano b.

Dien Bien Phu ci accoglie sessanta minuti dopo sconvolta da uno strano fermento. Traffico intenso. Musica. Bandiere. Un gruppo di militari a passeggio. Uno striscione che riporta la data di oggi, sessant'anni prima, sei maggio cinquantaquattro. Bello, essere nella condizione di non poter accedere alle informazioni. In Italia qualcuno avrebbe subito tirato fuori il telefono, lanciato google, e detto con voce distaccata velata di soddisfazione: "Eh certo, oggi e' l'anniversario di quella famosa battaglia contro i francesi, che poi e' stata anche l'inizio dell'indipendenza del Vietnam, insomma, un venticinque aprile ma asiatico. Che poi i vietnamiti sono tosti, perche' hanno portato i cannoni sulle colline a mano attraverso la giungla, e gli altri mica pensavano che si poteva fare". E io avrei commentato come mi piace fare spesso con "sciocchi francesi". 

Ma ora, tutto questo, non lo possiamo sapere, e salutiamo con sorriso ebete il passaggio della banda, attendendo la fine della parata di piazza. Dien Bien Phu, citta' simbolo dell'indipendenza, in occasione dei sessant'anni, ha in serbo molto di piu'. Insomma, una di quelle giornate alle quali e' bene arrendersi. Ore passate a cercare un posto dove dormire, senza successo. Ore passate in un bar agenzia di viaggi di cui abbiamo un contatto per cercare di vendere le moto, senza successo. Ore passate a seguire consigli, tipo aspettate qui ho un autobus che va in laos domani ah no non c'e' l'ho piu', vi ospito io stanotte ah no non vi ospito piu' pero' rimanete a cena ah no non ceniamo, andate in stazione a fare i biglietti, dopo, dopo, dopo, la stazione e' chiusa.
Alla fine, comunque vada, domani si passa la frontiera. A ogni costo.

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