giovedì, maggio 15, 2014

Oggetti smarriti

GIORNO 45, VIENTIANE, LAOS

La notizia rilevante di questi lazy days e' che ho perso il telefono. Che, per carita', puo' essere anche un aspetto positivo, se non fosse che il concetto di internet point da queste parti e' stato un po' dimenticato. Ormai il mondo e' wifi. Ognuno viaggia con un dispositivo, un device se vogliamo essere trendy, a volte due. Anzi, quasi sempre due. Perche' lo smartphone e' una specie di prolungamento dell'arto umano, digitalizzato e sincronizzato, che raramente fa ritorno nella sua condizione di oggetto inerte. Quindi non conta. Magari la mail si legge sul cellulare, ma si scrivi da un ipad, tablet, netbook, macbookair. Anche qualche notebook. Con quale coraggio, penso io, avere in uno zaino di sessanta centimentri per quaranta uno schermo da quindici pollici virgola quattro.

Superata la fase dell'oggetto unico e definitivo, a quanto pare. Dopo il fallimento del telefono in miniatura, tanto comodo quanto scomodo, e quello del telefono grosso quanto un palmo, funzionale e impossibile da infilare il tasca. Tutto ritorna ad avere una sola funzione, perche' ora la qualita' conta. Anche troppo.
Vedo migliaia di reflex. Che in un'economia di spazio bagaglio costituisce una percentuale importante. Reflex magari usate in automatico, il che tecnicamente costituisce un ossimoro. Ma questa e' un'altra storia.

Mi stupisco spesso dei bagagli delle persone. Credo che la regola universale dovrebbe essere riuscire a sollevare il proprio zaino. Almeno questo. Ovviamente chi parte con il trolley appartiene a un'altra categoria e non dovrebbe cimentarsi ad uscire dal villaggio turistico all inclusive. 
E sono diventanto molto tollerante. Capisco gli zaini sovradimensionati, fino a un certo punto, pur rimanendo un purista della leggerezza. Insomma, sulla schiena ho un bagaglio da trentadue litri, che secondo le compagnie aeree e' un bagaglio a mano: grossa soddisfazione. E comunque alla partenza avevo cinquantasei oggetti, dico cinquantasei, compresa una gavetta, ovvero una tazza di metallo, che non e' proprio un bisogno primario. Quindi si puo' sforare a cinquanta, sessanta litri. Settanta. Oltre dovrebbe essere richiesto perlomeno un patentito, con tanto di certificato medico e prova cardiaca sotto sforzo.

Anche perche' il contenuto puo' cambiare, lungo il percorso. Ho lasciato un libro in Russia, uno in Mongolia, uno in Cina, lasciato in Vietnam quello comprato il Mongolia, messi nello zaino due comprati in Vietnam. Regalato una felpa, usato come straccio per la moto una maglietta, abbandonato un jeans, comprato un costume da bagno e un paio di ciabatte, ricevuto una canottiera omaggio per due drink. E ora lasciato un telefono, anche se involontariamente, in Laos. Altri cinque centimetri cubi di spazio libero.

Nessun commento: