lunedì, maggio 19, 2014

Destination Pakse

GIORNO 49, PAKSE, LAOS

Pochi giorni fa da Vientiane a Kong Lo, viaggio semplice, forse per una fortunata coincidenza. Nove persone che hanno deciso contemporaneamente di recarsi in questa amena localita' del Laos centrale, abbastanza per riempire un minivan, trovare un volenteroso autista e percorrere a tempo di record i trecentoventi chilometri del percorso.
Oggi, il problema: andarsene. Situazione complicata, quando non esiste un servizio regolare di autobus o similari, ma l'entusiasmo di Sam, il neozelandese, e' piuttosto contagioso: this is travelling! Ogni disagio, ogni scomodita', ogni trasferimento estenuante diventa nell'ottica di viaggio una formidabile esperienza, mentre nella vita quotidiana sarebbe vista come indicibile sventura e fonte di irritazione.
Sarebbe bello avere lo stesso entusiasmo nell'affrontare il traffico del mattino a Roma o le code in autostrada: una formidabile esperienza! 
E via, siamo qui per questo. Ore otto, Kong Lo, si salta su un tuk tuk. Raccattati altri due viaggiatori, determinati e con birra in mano, si sfila veloci tra due dorsali di montagne nere e taglienti, mentre il sole gia' colpisce con violenza quella terra verdeggiante. Un'ora dopo il simpatico driver ci deposita su un piccolo autobus locale, con corpi boccheggianti appoggiati ai finestrini, fermi in attesa nel piazzale del benzinaio. L'aria calda gia' sale dall'asfalto, in un iride di colori e vapori di benzina.

Tre ore dopo eccoci sulla strada maestra, alla stazione degli autobus di Tha Khaek. Zuppa di noodle per rinfrancare lo spirito, ore 12.30 pronti sul piazzale in attesa della linea per Pakse. Gradi dell'aria, non pervenuti. Magliette evaporate. Dodici e quaranta. Cinquanta. Tredici. Pare che l'autobus abbia avuto problemi tecnici. Ci consigliano di andare a Savannakhet, allungando leggermente, per prendere un mezzo da li. 
Si salta a bordo. Partenza. Sembra di uscire dal parcheggio della Festa dell'Unita'. Che nella mia memoria era uno sterrato ondulato con cespugli intricati ai lati. Velocita' massima consentita dodici chilometri orari. Soltanto che questa volta, l'uscita dal parcheggio, dura tre ore. Un leggero mal di mare, ironico, guardando il deserto attorno.

Savannakhet. Un'ora di scalo. E poi, ultima tratta. L'autobus ha quarantacinque posti, sessanta passeggeri. Che e' il problema minore, dato che qualcuno sta utilizzanto l'autobus come convoglio merci per trasportare quaranta, e dico quaranta, sacchi di riso o similari. Risultato: corridoio coperto da piu' strati di sacchi, passeggeri che camminano ad altezza collo sbattendo la testa sul soffitto, sovrappopolazione. Arrivo registrato a Pakse alle ore 23.50, giusto in tempo per cenare con birra e pacco di patatine. 
E domani, nuovo trasferimento.

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