lunedì, febbraio 19, 2007

Ich bin ein nudelfresser

Trovarsi in un paese straniero è un’esperienza particolare. Specialmente per chi in tanti anni ha letto, imparato, ascoltato migliaia di parole, splendide sfumature della lingua italiana. Sapere che esiste un termine giusto per ogni occasione, un’infinità di sinonimi, un modo di rendere i pensieri perfettamente con le parole adatte. E all’improvviso trovarsi in uno stato primitivo, sgrammaticati alla disperata ricerca di comprensione. Una sola parola per indicare dieci stati d’animo, dieci condizioni. Come se in Italia si potesse usare solo buono, bello, brutto.
Oggi sono incappato in una lezione di italiano. Non voluta, si intende. Ho capito però che la nostra lingua è davvero complessa per chi ci si avvicina, che far comprendere cose come “l’uso del nè” non è affatto semplice. E che abbiamo migliaia di parole che ad altre lingue mancano. Farne di cotte e di crude, in spagnolo diventa “fare di tutto”. Dirne di tutti i colori, “dire di tutto”.
Quindi si impara una nuova lingua ma si rivaluta la propria, incontrando poi anche altri linguaggi da tutto il mondo.

Scopro così che per i tedeschi noi siamo “nudelfresser”. Così ci chiamano. Persone che mangiano tanta pasta, tradotto al volo. Che poi non è neanche tanto un luogo comune. Anzi, è proprio vero.
I pranzi saltati mi portano ormai a cena verso la quota olimpica dei 400 grammi. Di makkeroni, che poi visti da vicino io li chiamerei mezze penne rigate. Spaghetti, tallarin (tagliolini credo) e makkeroni. Sembra che anche in cucina il dizionario non sia tanto ricco.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ohi Alle, mi raccomando, continua a scrivere: un fan già ce l'hai!!
Un abbraccio, Ste!

Ale451 ha detto...

Eh, grande Ste! Mitico!