giovedì, marzo 15, 2007

Notizie dal fronte

Oggi iniziano ufficialmente Las Fallas. La città respira a fatica, ogni via è intasata di luci, petardi, musiche, persone. Lingue e dialetti dal mondo, canzoni, vento e colori.
Passando davanti a plaza de toros ho visto una strana agitazione. Persone che pulivano, sistemavano, con una fretta preoccupante. Senza cadere nei luoghi comuni dello spagnolo scansafatiche, è raro vedere qualcuno che lavora a questa velocità. Gli spagnoli si danno da fare sempre, ma con i loro tempi. Poi leggendo un manifesto ho capito, ci sarà un altra corrida oggi, dopo quella convenzionale delle cinque del pomeriggio. O meglio, come mi ha spiegato un folkloristico venditore di picche (ma chi se la compra una picca?), si terrà un’esibizione dei tori che scenderanno domani nell’arena. Una sorta di corrida ecologista, nella quale uomo e animale si fronteggiano ad armi pari, senza spadino e picadores, girando furiosamente attorno a quel quadrato di stoffa rossa. Sei animali, tra i quali il “famoso toro Farruquito”. Che poi mi chiedo come faccia ad essere famoso un toro. Infatti dopo una sola corrida la carriera finisce, e in malo modo. Per intendersi da domani sera non si parlerà più di Farruquito. Forse è famoso in allenamento, magari è solo il toro più grosso, quello che lotterà strenuamente per evitare la fine dei cinque predecessori.

Perchè domani si troverà davanti una specie di promessa delle scuole di Spagna, un ragazzino di diciannove anni vincitore di premi, decorazioni, eletto miglior giovane dell’anno. In una disciplina al limite tra il macabro e l’eroico. Manifesti appesi per le strade mostrano foto dei toreri scintillanti e i loro inquietanti curriculum. Perchè ci si può complimentare per la loro bravura con un’ovazione, con un silenzio, o regalando loro l’orecchio dell’animale sconfitto. Accuratamente segnati come vanto, come carta di presentazione delle capacità di un torero.
Perchè a volte le tradizioni di un paese sono più forti di qualunque altra cosa.
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