lunedì, febbraio 04, 2008

La fiera della vanita'

Sono stato a Venezia. E questa, di per sè, è già una buona notizia. Perchè la città esprime un fascino eterno fatto di storia e canali, gondole e acqua, con l’umidità che sale per i muri e si incontra con quella che scende dal cielo. Visto che piove. E il clima di festa stinge in un grigio pomeriggio ravvivato dai colori delle maschere del carnevale. Tutto mi sembra immobile, raffreddato.
Ma a parte la pioggia qualcos’altro non convince. Non c’è musica per le strade, non c’è confusione o follia, è tutto composto e preciso come i costumi settecenteschi dei ricchi turisti che fanno mostra di loro stessi. Doveva essere il carnevale della svolta, del divertimento dall’alba al tramonto, della pluralità degli eventi. In realtà tutto ruota attorno a piazza San Marco e bastano poche gocce di pioggia per mettere in crisi un’organizzazione milionaria. Salta la sfilata delle maschere, salta lo spettacolo acrobatico, salta lo spritz, rimane solo un incerto happening di pittura estemporanea che presenta il tema della giornata. Tralaltro ho anche imparato che puoi essere anche in seconda fila vicino al palco, ma se qualcuno davanti a te ha l’ombrello spalancato la visibilità è piuttosto ridotta.
La fiera della vanità si consuma la sera col grande ballo di gala riservato ad aristocratici turisti al teatro la Fenice, con le eleganti passeggiate di moderni Casanova, con gli sbuffi di tulle dorato dei copricapi. Una sfilata di fascino d’altri tempi sullo sfondo di una Venezia malinconica che forse da questo carnevale poteva aspettarsi qualcosa di diverso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Marinetti - Discorso futurista di Marinetti ai Veneziani

Quando gridammo: "Uccidiamo il chiaro di luna!" noi pensammo a te, vecchia Venezia fradicia di romanticismo! Ma ora la voce nostra si amplifica, e soggiungiamo ad alte note "Liberiamo il mondo dalla tirannia dell’amore! Siamo sazi di avventure erotiche, di lussuria, di sentimentalismo e di nostalgia!"



Lo so. Sono drastico. Mi propongo per il futuro di diventare più costruttivo..

Dega

Byron ha detto...

Ho sempre pensato che dove Roma è un'esplosione di vita, lussuria, corruzione, cibi, profumi, fetori stradali, gatti randagi, musica e traffico, Venezia è un po' una morte lenta, un affogare pian piano in tutta quell'acqua un po' putrida, una decadenza gotica triste e languida. Lo dico sempre agli Inglesi e agli Americani, Venice is over-rated. Try Bologna instead.

Anonimo ha detto...

potevo farti compagnia io a Venezia, magari avresti visto meglio il lato romantico..

Ale451 ha detto...

Che spettacolo, vedo che Venezia nonostante tutto e' sempre pretesto di poesia e riflessione...