sabato, aprile 26, 2014

La citta' verde

GIORNO 26, NANNING, CINA

Se un giorno dovessi scrivere un libro di fantascienza, non mancherei di vivere per un periodo in Cina. Qui le citta' nascono dal nulla, spuntano dai campi dal giorno alla notte. Torri ordinate, grandi come paesi, si inseguono nella folle gara del calcestruzzo. Un moderno medioevo nel quale ogni famiglia, ogni centro abitato, afferma il proprio potere economico elevando mattone su mattone, piano su piano, un simbolo della propria prosperita'.

Nanning e' un piccolo avamposto del sud. La citta' verde, la chiamano. Due milioni e seicentomila abitanti, il che ne farebbe la prima o seconda citta' italiana. Ordinata, spaziosa, un susseguirsi di centri commerciali chiassosi e animati. 
Sono un po' cosi' le citta' dell'Asia. Fiumi di folla che si accalca tra un negozio di moda e un chiosco di spiedini, nella luce irreale di insegne al neon. Un clima dolce, avvolgente. Code nei fast food come nei parchi, in un continuo movimento che non conosce pause, giorno e notte. Ma la Cina ha evidentemente qualcosa in piu'. L'ambizione. L'ansia di supremazia. In grado di rendere tutto cosi' fuori misura, abbagliante. Una sfilata di status symbol che vogliono sottolineare la ricchezza crescente e il potere di un paese che reclama un posto di primo piano. 

La citta' verde, forse, non e' piu' cosi' verde. Ma continua, a suo modo, a splendere, ultimo avamposto della superpotenza dell'Oriente prima dei confini irregolari del sudest asiatico. Domani, Vietnam.


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