martedì, aprile 01, 2014

L'impero perduto


GIORNO 1, MOSCA, RUSSIA
 
A quanto pare la Russia vuole mostrare i denti fin dal principio. Una splendida bufera di neve ci accoglie all’uscita dell’aeroporto Mosca Domodedovo. Colbacchi imbiancati della polizia, un certo senso di straniamento, l’arrivo alle due e mezza di notte tramutate in quattro e mezza locali, ci convincono in pochi minuti a non tentare l’attraversamento della porta a vetri della zona arrivi. Si attende, il tempo non manca. Il viaggio e’ iniziato, ora l’importante e’ trovare la sintonía con questo paese. Capire l’attimo.

L’aeroporto e’ sempre un luogo interessante nel quale muoversi in cerca di indizi, di esperienze. L’ambiente finto familiare nel quale non ci si sente inopportuni a tentare lo scontro con la lingua russa. Con l’alfabeto cirillico. Uno spazio dove il tempo e’ sospeso e ogni ora e’ simile alle altre, con gente indaffarata in partenza, corpi mollemente adagiati sulle poltrone in attesa, sguardi persi sui tabelloni informativi. Riposare qualche ora, la soluzione giusta. Risveglio senza bufera. Incastrato tra i braccioli, due passi per riprendere la posizione home erectus e via, nell’aria pungente di quella primavera che inaspettatamente ha congelato il paesaggio. Una mezz’ora di treno circondato da alberi intirizziti e poi Mosca, una línea di forme contrastanti contro il cielo livido, grattacieli sinuosi, case appuntite, cupole dorate. E poi, sotto terra. Il labirinto barocco e sfarzoso della metro, le fermate con le vetrate colorate e le colonne di marmo, le decorazioni sovietiche in ottone, i ponti e le gallerie di una citta’ sotto la citta’ che risplende come la cattedrale di un impero perduto, nascosto al riparo nel sottosuolo. 

Se la prima impressione e' quella che conta, si puo' certo definire un ottimo inizio.


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