giovedì, febbraio 10, 2011

Stessa spiaggia stesso mare

GIORNO 19, TRUJILLO, PERU'

Ho visto uno stadio per le partite di ping pong. Credo una delle cose piu' inaspettate di questo viaggio. E' come lo stadio del tennis, tondo, alto. Ma al centro c'e' un tavolo da ping pong. A Trujillo, che e' una bellissima citta' peruviana quasi sul mare. Uno dei quei posti dove si prende il gelato la sera, si vedono i gabbiani in cielo, ci sono le feste in piazza ma il mare non si vede. E come camminare sul lungomare, ma l'acqua non c'e'. E' sette, otto chilometri piu' in la'. Una citta' incompiuta, un piccolo errore di calcolo del piano regolatore ed ecco che una lunga fila di panchine da mare, uno stand di granite e la casetta di un bagnino si trovano a mezz'ora dalla spiaggia.

E allora facciamocela questa mezz'ora. Si esce di citta'. Ricomincia il deserto. E ci si imbatte in un capolavoro dell'umanita'. E' la citta' perduta (e ritrovata) di Chan Chan, un insediamento precolombiano che si estende per chilometri e chilometri. Muraglie incise con figure di guerrieri, stelle e pesci. Ci siamo, mi dico. Si sente anche il rumore delle onde, a tratti, portato dal vento. L'altare sacrificale. Le tombe. La sala vip, dove i sacerdoti si preparavano ai rituali, ingresso solo in lista. La piazza. E poi basta. Muro conclusivo, immenso, dodici metri d'altezza ad impedire la vista verso qualsiasi cosa sia dall'altra parte.
Camminata nel deserto, tra vento e polvere, per tornare alla strada principale, a qualche chilometro di distanza. Appuntamento con il mare rinviato.

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